Test Ammissione Medicina e Odontoiatria – Università Cattolica del Sacro Cuore – Anno 2012

 

Le prove di ammissione ai Corsi di Laurea degli atenei privati non sono sempre reperibili eppure qualcuna è stata diffusa nel web diventando di dominio pubblico.

Quella che segue è una simulazione della prova di ammissione al Corso di Laurea in "Medicina e Chirurgia" e "Odontoiatria e Protesi Dentaria" per l'anno 2012 dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

La prova consisteva in 120 domande a cui rispondere in un tempo limite di 12o minuti. Era previsto un punteggio di +1 punto per ogni risposta esatta, una penalità di -0.25 punti per ogni risposta errata, nessun punto, invece, in caso di astensione.

Ricordiamo tuttavia che, per l'ammissione presso l'Università Cattolica nel 2012, il punteggio del test andava integrato con quello del curriculum scolastico e con quello della prova orale (successiva a quella scritta).

I concorrenti del 2012 sono stati 8794 per 300 posti di Medicina e Chirurgia e 30 posti di Odontoiatria e Protesi Dentaria. Non abbiamo informazione riguardo ai punteggi minimi per l'ammissione.

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Non hai tempo per cimentarti con questa simulazione? Prova la versione di questo stesso test con le risposte in tempo reale, a questo link!

Il nostro archivio di domande è in continuo aggiornamento e ti preghiamo di segnalarci nei commenti eventuali errori o inesattezze!

Prosegui con la simulazione ed in bocca al lupo!

1. 
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento alla FIGURA. Individuare la figura che completa correttamente la serie.
2. 
Completare correttamente la seguente successione, utilizzando l’alfabeto italiano: Q; 108; V; 95; D; 82; ?; ?
3. 
Quale valore si ottiene dal prodotto fra i 2 risultati delle operazioni seguenti?

720 / 360 =
630 / 210 =Non rispondere

4. 
Un gioco ha le seguenti regole: se un numero è divisibile per 5 vale 4 punti; se è divisibile per 8 vale 3 punti. In base a tali regole, quale dei seguenti numeri vale di più?
5. 
Completare correttamente la seguente successione, utilizzando l’alfabeto italiano: Q; 67; A; 80; 82; H; 95; ?; ?
6. 
“Tutti i baristi bevono vino. Chi beve vino è allegro. Chi è allegro non è noioso”. Se le precedenti informazioni sono vere, quale delle seguenti affermazioni è necessariamente FALSA?
7. 
Individuare tra le alternative quella che contiene un’inesattezza rispetto a:

Coluccia Mario, Via Petrarca 33, Miggiano (LE)
Adamo Carlo, Via Cavour 42, Marina Di Nocera Terinese (CZ)
Pavan Rosa, Via Ruffo 2, Verona (VR)Non rispondere

8. 
Quali dei seguenti fattori sono un ostacolo alla diffusione del fondamentalismo in Turchia?

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

9. 
In che senso l'autore ritiene che confidare nell'esercito per una democrazia laica sia una base "quantomeno equivoca"?

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

10. 
Il rischio che si paventa per la Turchia è:

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

11. 
Quale delle seguenti affermazioni è ricavabile dal brano?

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

12. 
L'autore critica i kemalisti:

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

13. 
Da quanto è detto nel brano, Ozal fu un avversario:

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

14. 
Per quale motivo il sufismo è in grado di contrastare il fondamentalismo?

I kemalisti sembrano non capire l'importanza che la religione riveste ai fini dello sviluppo politico e confidano nel ruolo dell'esercito per impedire che i fondamentalisti prendano il potere. Ma per una democrazia laica questa è una base quantomeno equivoca. I turchi che conoscono a fondo la propria cultura e che non rimuovono, come i kemalisti, la realtà, cioè l'infiltrazione nel loro sistema dei fondamentalisti, appuntano le loro speranze su altri fattori. Come ovunque nella civiltà islamica, anche il fondamentalismo turco è un fenomeno urbano. Anche in Turchia l'islam mistico tradizionale (sufismo) delle tariqua (confraternite religiose) costituisce una delle principali barriere al diffondersi del fondamentalismo. Grazie all'intensa urbanizzazione del Paese, l'islam delle tariqua di matrice rurale è presente anche nelle città, dove assume forma di clientelismo. Ad Ankara, per esempio, tutti sanno che il defunto presidente Ozal aveva legami con la sua tariqua; lo stesso dicasi del suo successore, Demirel. Indipendentemente da come le cose evolveranno nei prossimi anni, è comunque un dato di fatto che i fondamentalisti sono diventati una forza politica capace di influire in maniera decisiva sul reclutamento delle élite in Turchia grazie alla scuole Imam Hatip. Punto debole dei kemalisti è il loro generale rifiuto della religione, che non favorisce certo la conoscenza dell'islam. I kemalisti vedono in tutto ciò che attiene all'islam una forma di fondamentalismo. Ciò impedisce loro di capire che un islam illuminato e aperto alle riforme costituisce l'unico buon punto di partenza per fronteggiare il fondamentalismo. Il kemalismo non offre all'islam alcuna prospettiva di riforma. In quale misura la deoccidentalizzazione della Turchia riguarda l'Europa? La Turchia non è solo un importante partner dell'Europa e un significativo ponte verso il mondo islamico; da essa parte un consistente flusso migratorio verso il continente. Nel rispetto della molteplicità delle culture, l'insegnamento islamico sta per essere introdotto anche nelle scuole tedesche. Ma c'è il pericolo che i bambini musulmani non imparino a conoscere il volto tollerante e illuminato dell'islam, bensì la sua immagine distorta dal fondamentalismo.
(Bassam Tibi, "Il fondamentalismo religioso”)Non rispondere

15. 
Cosa intende l'autore per "trascendenza" di Dio?

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

16. 
Che "madre" sia un'immagine di Dio significa:

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

17. 
Per quale motivo l'idea di maternità NON è idonea a esprimere la sovranità dell'atto creativo di Dio?

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

18. 
A quale risultato porta l'attribuzione del titolo di "padre" a Dio?

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

19. 
Quale di queste espressioni utilizzate dall'autore spiega il concetto di panteismo?

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

20. 
Quale ragione dà l'autore per giustificare la conservazione del titolo di padre dato a Dio?

Il linguaggio figurato del corpo ci offre così una comprensione dei sentimenti di Dio per l'uomo più profonda di quanto permetterebbe qualsiasi linguaggio concettuale. [1] Se nel linguaggio plasmato a partire dalla corporeità dell'uomo l'amore della madre appare inscritto nell'immagine di Dio, è tuttavia anche vero che Dio non viene mai qualificato né invocato come madre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento. "Madre" nella Bibbia è un'immagine ma non un titolo di Dio. Perché? Solo a tastoni possiamo cercare di comprenderlo. Naturalmente Dio non è né uomo né donna, ma appunto Dio, il Creatore dell'uomo e della donna. Le divinità-madri, che circondavano il popolo d'Israele come anche la Chiesa del Nuovo Testamento, mostravano un'immagine del rapporto tra Dio e mondo decisamente antitetica rispetto all'immagine biblica di Dio. [2] Esse includevano sempre e forse inevitabilmente concezioni panteistiche, nelle quali la differenza tra Creatore e creatura scompariva. Partendo da questo presupposto, l'essere delle cose e degli uomini appare necessariamente come un'emanazione dal grembo materno dell'Essere che, entrando nella dimensione del tempo, si concretizza nella molteplicità delle realtà esistenti. Al contrario, l'immagine del padre era ed è adatta a esprimere l'alterità tra Creatore e creatura, la sovranità del suo atto creativo. Solo mediante l'esclusione delle divinità-madri l'Antico Testamento poteva portare a maturità la sua immagine di Dio, la pura trascendenza di Dio. Ma anche se non possiamo dare delle ragioni assolutamente cogenti, resta per noi normativo il linguaggio della preghiera di tutta la Bibbia, nella quale, come detto or ora, nonostante le grandi metafore dell'amore materno, "madre" non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.
(Joseph Ratzinger, "Gesù di Nazaret”)Non rispondere

21. 
Nei diagrammi di flusso in figura, un rettangolo rappresenta un'azione compiuta con un solo esito possibile, un rombo indica una scelta con due esiti possibili. Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al DIAGRAMMA. Indicare quale diagramma corrisponde esattamente alle attività proposte, in quanto rappresenta le successive azioni così come riportate nel testo del quesito.

PRELEVARE AL BANCOMAT 200 EURO:
– inserire la tessera; – digitare il codice segreto; – controllare se si ha la disponibilità dell’importo che si desidera prelevare;
in caso positivo: – prelevare il denaro; – ritirare la tessera;
in caso negativo: – ritirare la tessera.Non rispondere

22. 
“Veronica è una brava studentessa. Tutti gli studenti di Farmacia sono bravi studenti. Tutti i bravi studenti sono preparati”. Date tali premesse, si può dedurre che:
23. 
Quattro ragazzi entrano da un fiorista: Luca, Paolo, Marco e Andrea. Ognuno di loro ha acquistato un mazzo composto da fiori dello stesso tipo, a scelta tra tulipani, rose, gigli e viole, non necessariamente in questo ordine. Ogni ragazzo ha scelto una specie di fiori diversa. I destinatari dei fiori sono una mamma, un’amica, una nonna e una zia, non necessariamente in questo ordine. Si sa che: Andrea non ha acquistato né tulipani né gigli e non deve farne regalo né alla nonna né alla mamma; i gigli non sono stati acquistati né da Marco né da Paolo; la zia riceverà tulipani e la nonna viole. Dalle informazioni precedenti si può concludere che Luca donerà dei fiori alla:
24. 
Quali, tra i termini proposti, completano correttamente la seguente proporzione verbale? Telemaco : Odissea = X : Y
25. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Camionisti, Lavoratori ungheresi, Autobus
26. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Avvocati, Persone loquaci, Persone severe
27. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Telefoni, Televisori, Telecomandi
28. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Quadri, Mobili, Oggetti di antiquariato
29. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Alberi, Funghi, Querce
30. 
Individuare il diagramma che soddisfa la relazione insiemistica esistente tra i termini dati: Numeri compresi tra 31 e 35, Numeri compresi tra 25 e 45, Numeri compresi tra 30 e 40
31. 
Individuare, tra le figure proposte, la versione in negativo della figura data.
32. 
Nel seguente sistema, le ruote dentate sono libere di ruotare attorno a un perno fisso. Se la ruota dentata C gira in senso antiorario, in quale senso gira la ruota dentata E?
33. 
Nel seguente sistema, le ruote dentate sono libere di ruotare attorno a un perno fisso. Se la ruota dentata B gira in senso orario, in quale senso gira la ruota dentata C?
34. 
Un gioco ha le seguenti regole: se un numero è divisibile per 5 vale 6 punti; se è divisibile per 4 vale 5 punti; se è divisibile per 11 vale 9 punti. In base a tali regole, quanto vale il numero 84?
35. 
Individuare l’alternativa che riporta una successione di elementi in ordine inverso rispetto alla sequenza LPLPLLPL
36. 
Il numero di X meno il numero di # è uguale a:
37. 
Il numero di » più il numero di & è uguale a:
38. 
Il numero di & più il numero di ¥ è uguale a:
39. 
Qual è il numero di X presenti nella tabella?
40. 
Qual è il numero di < presenti nella tabella?
41. 
Il numero di ³ meno il numero di R è uguale a:
42. 
Quante erano le donne fumatrici in Italia nel 1994?
43. 
Tra il 1974 e il 1994, di quante unità è aumentato il numero di fumatori con età compresa tra i 25 e i 50 anni?
44. 
In quali degli anni considerati il numero di fumatori con meno di 25 anni NON ha superato i 2 milioni di unità?
45. 
Sulla base dei dati riportati nelle tabelle, quale delle seguenti affermazioni NON è corretta?
46. 
Secondo il brano, Gotama Siddharta lasciò la famiglia:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

47. 
Buddha si interessava soprattutto:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

48. 
Secondo il brano, per raggiungere l'illuminazione occorre:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

49. 
Gotama Siddharta e Buddha sono:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

50. 
Nella dottrina yoga, Siddharta cercava:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

51. 
Il Nirvana è:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

52. 
La religione buddista crede:

Gotama Siddharta apparteneva a una nobile stirpe. Fino a ventinove anni condusse un'agiata esistenza. Cominciò poi a sentirsi sempre più insoddisfatto dei piaceri della vita e decise di lasciare la famiglia e il suo mondo per dedicarsi alla vita ascetica. Seguì la dottrina yoga, mortificando la propria carne, nella speranza di raggiungere l'unione mistica con Brahama predicata dalla dottrina religiosa del suo tempo. Il suo tentativo fallì. Disilluso, Gotama Siddharta cessò di digiunare e, abbandonata la vita eremitica, si diresse al più vicino villaggio e mangiò. Qui, mentre sedeva all'ombra di un albero, ricevette l'illuminazione che gli indicò la via, per tanto tempo ricercata. Da allora ebbe inizio una lunga predicazione nella quale il Buddha, «l'illuminato», elaborò e diffuse il suo pensiero, che modificava profondamente i contenuti del Brahamanesimo. Nella città santa di Benares tenne il suo primo sermone, che compendia le caratteristiche salienti del suo pensiero: «Ci sono due estremi, o discepoli, che l'uomo che ha rinunciato al mondo non dovrebbe seguire: una è la pratica abituale di quelle cose la cui attrazione dipende dalle passioni, e specialmente dalla sensualità – e questo è basso, ignobile, indegno, vano, adatto solo a coloro che sono attaccati alle cose terrene – e la pratica abituale della macerazione, che è dolorosa, indegna, vana. C'è un pensiero che passa nel mezzo, o discepoli, ed evita questi due estremi... la via che apre gli occhi all'intelligenza, che porta alla pace della mente, a una più alta saggezza, alla piena illuminazione, al Nirvana! Per raggiungere il Nirvana occorreva seguire il «sacro sentiero a otto diramazioni»: purezza nella fede, nella volontà, nel linguaggio, nella condotta, nei mezzi di esistenza, nella memoria, nella meditazione. Il fine da raggiungere era una mistica unione con il grande spirito del mondo; i mezzi indicati erano una serie di norme di vita quotidiana. Il conseguimento del Nirvana, cioè della liberazione dalle passioni che costringono l'uomo alla continua reincarnazione, passava dunque attraverso una condotta morale esemplare, non attraverso la vita ascetica e la vita lontano dal mondo». Buddha non era interessato né ai problemi della vita nell'oltretomba, né a quelli sull'esistenza degli dei. Né riti, né templi servono all'uomo, ma principi morali sui quali modellare la propria condotta nella vita terrena. Si comprende dunque come in questa visione i rapporti dell'uomo con i suoi simili divenissero un aspetto centrale del suo pensiero. La benevolenza verso gli uomini e gli animali era il risultato della moderazione, che doveva essere alla base dell'azione umana. Buddha si rivolgeva a tutti gli uomini, anche ai più umili, ma la sua dottrina, se predicava le virtù morali, insegnava anche la rassegnazione, e come tale non aiutava certamente a risolvere i problemi dell'ingiustizia e dell'ineguaglianza, che al suo tempo caratterizzavano i rapporti sociali. Con il tempo la figura del Buddha divenne oggetto di culto.
(da D. Manacorda, G. Pucci, "Percorsi di storia antica e medievale”, Zanichelli, Bologna, 1997)
Non rispondere

53. 
Individuare la figura che completa la serie proposta.
54. 
Indicare l’alternativa da scartare.
55. 
Quali, tra i termini proposti, completano correttamente la seguente proporzione verbale? Barca a vela : X = aliante : Y
56. 
Arturo vuole piantare una fila di alberi nel giardino della sua villa di campagna. Lasciando fra un albero e l'altro la distanza di 8 metri, sono necessari 26 alberi. Quanti ne occorrerebbero se la distanza tra 2 alberi consecutivi si dimezzasse?
57. 
Un calciatore ha segnato il 35% dei gol di testa, il 45% di destro e il 20% di sinistro. Se i gol segnati di sinistro sono 12, a quanto ammontano i gol di destro?
58. 
Individuare la figura da scartare:
59. 
Quale sport pratica Davide?

Quattro amici (Marco, Andrea, Davide e Giovanni) posseggono quattro auto di diverso colore (rossa, nera, verde e gialla) e praticano quattro sport diversi (basket, sci, calcio e tennis). Si sa che:

  1. Marco possiede l’auto rossa;
  2. Colui che possiede l’auto gialla, pratica il basket;
  3. Andrea è colui che pratica lo sci;
  4. Colui che gioca a calcio, possiede l’auto verde;
  5. Giovanni non possiede l’auto gialla.
Non rispondere

60. 
Indicare in quale delle seguenti alternative la lettera J è presente un numero maggiore di volte rispetto alla lettera I
61. 
L'affermazione "Ogni studente ha superato almeno due esami" è FALSA se e solo se:
62. 
Completare correttamente la serie incompleta di figure.
63. 
Completare correttamente la serie incompleta di figure.
64. 
Data la sequenza SXDC89DSXDFCG6D7S individuare l’alternativa che la riproduce fedelmente se aggiunta di seguito alla seguente: SXDC89D
65. 
“Se ti eserciti al computer con diligenza, allora superi l'ultimo esame della patente europea d'informatica. Solo se superi l'ultimo esame della patente europea d'informatica, allora puoi conseguire la certificazione europea d'informatica”. Se le precedenti affermazioni sono vere, quale delle seguenti NON è certamente vera?
66. 
Se:

# + # = ç – &
# = –4
& = 6
allora ç è uguale a:Non rispondere

67. 
Un'asse graduata di legno è appoggiata su un perno nel suo punto medio e su di essa sono sistemati alcuni gettoni tutti di peso uguale. Per equilibrare il sistema in figura è necessario cambiare posizione a un gettone:
68. 
Indicare in quale delle seguenti alternative è presente una sola volta il gruppo di lettere “urdf” (esattamente come riportato tra virgolette).
69. 
Andrea arriva in aeroporto a Roma e osserva i seguenti dati: I) l'aereo in arrivo da Milano per Praga atterra a Roma alle 12.00 e riparte alle 12.30; II) l'aereo che va a Stoccolma parte 90 minuti dopo quello che va a Berlino che parte alle 12.00; III) 40 minuti prima del volo per Stoccolma parte l'aereo per Madrid e, 10 minuti dopo quest'ultimo, quello per Lisbona. In base alle informazioni precedenti, se l'aereo che va a Madrid impiega un'ora e mezza per arrivare a destinazione, a che ora atterrerà a Madrid?
70. 
Se tappeto = 14; divano = 12; lampada = 14; poltrona = ?
71. 
Data la sequenza VVBBGGHHCVVHHffjjkpoioiu individuare l’alternativa che la riproduce fedelmente se inserita al posto dei puntini nella seguente: VVBBGGHH…poioiu
72. 
Individuare l’alternativa che riporta una successione di elementi identica alla sequenza QZQZZQZQZZQQZ
73. 
Utilizzando l’alfabeto italiano, completare correttamente la seguente successione di lettere: H; D; A; T; Q; ?
74. 
In un numero di due cifre, la cifra delle unità è tripla di quella delle decine: scambiando l'ordine delle cifre si ottiene un secondo numero che supera di 36 il primo. Qual è il primo numero?
75. 
Nel Paese Beta i 22 ragazzi che vanno a scuola possiedono almeno un mezzo di locomozione (bicicletta, motorino o pattini). Di questi 22 ragazzi, 8 possiedono la bicicletta, 12 il motorino e 9 i pattini. Sapendo che 3 ragazzi hanno sia la bicicletta sia il motorino e che in nessun caso c'è chi ha sia i pattini sia il motorino, in quanti hanno solo la bicicletta?
76. 
Sulla base delle informazioni fornite dal brano, quale delle seguenti affermazioni è corretta?

Enrico non sa scegliere il corso da frequentare fra quattro possibili: un corso di dattilografia, uno di informatica, uno di inglese e uno di musica. Gli insegnanti sono Rossi, Giusti, Bruni e Tanzi, non necessariamente in questo ordine. Le durate dei corsi sono di tre, sei, nove e dodici mesi, non necessariamente in questo ordine. È inoltre noto che:

  • Rossi è l’insegnante del corso che dura sei mesi
  • il corso di inglese dura dodici mesi
  • il corso di musica è tenuto da Tanzi e non dura nove mesi
  • l'insegnante del corso di informatica è Giusti
Non rispondere

77. 
Bruni insegna nel corso:

Enrico non sa scegliere il corso da frequentare fra quattro possibili: un corso di dattilografia, uno di informatica, uno di inglese e uno di musica. Gli insegnanti sono Rossi, Giusti, Bruni e Tanzi, non necessariamente in questo ordine. Le durate dei corsi sono di tre, sei, nove e dodici mesi, non necessariamente in questo ordine. È inoltre noto che:

  • Rossi è l’insegnante del corso che dura sei mesi
  • il corso di inglese dura dodici mesi
  • il corso di musica è tenuto da Tanzi e non dura nove mesi
  • l'insegnante del corso di informatica è Giusti
Non rispondere

78. 
Il corso che dura tre mesi è quello:

Enrico non sa scegliere il corso da frequentare fra quattro possibili: un corso di dattilografia, uno di informatica, uno di inglese e uno di musica. Gli insegnanti sono Rossi, Giusti, Bruni e Tanzi, non necessariamente in questo ordine. Le durate dei corsi sono di tre, sei, nove e dodici mesi, non necessariamente in questo ordine. È inoltre noto che:

  • Rossi è l’insegnante del corso che dura sei mesi
  • il corso di inglese dura dodici mesi
  • il corso di musica è tenuto da Tanzi e non dura nove mesi
  • l'insegnante del corso di informatica è Giusti
Non rispondere

79. 
Il corso che ha durata maggiore è:

Enrico non sa scegliere il corso da frequentare fra quattro possibili: un corso di dattilografia, uno di informatica, uno di inglese e uno di musica. Gli insegnanti sono Rossi, Giusti, Bruni e Tanzi, non necessariamente in questo ordine. Le durate dei corsi sono di tre, sei, nove e dodici mesi, non necessariamente in questo ordine. È inoltre noto che:

  • Rossi è l’insegnante del corso che dura sei mesi
  • il corso di inglese dura dodici mesi
  • il corso di musica è tenuto da Tanzi e non dura nove mesi
  • l'insegnante del corso di informatica è Giusti
Non rispondere

80. 
Quale delle seguenti alternative contiene una lettera ripetuta esattamente cinque volte?
81. 
Cinque treni: A, B, C, D ed E partono dalla stessa stazione diretti in cinque città differenti. Si sa che: I) C è più veloce di B ma arriva dopo di questo che è, invece, il primo ad arrivare; II) A è l'ultimo ad arrivare anche se è più veloce di D e meno veloce di B; III) E, il secondo treno ad arrivare a destinazione, è più veloce di D, ma meno veloce di A. In base alle precedenti informazioni il terzo treno più veloce è:
82. 
Completare correttamente la seguente successione numerica: 36; 56; 84; ?; ?; 113; 94; 114
83. 
Completare correttamente la seguente successione numerica: 36; 56; 84; ?; ?; 113; 94; 114
84. 
Individuare l’alternativa da scartare.
85. 
Un'asse graduata di legno è appoggiata nel suo punto medio e su di essa sono sistemati alcuni gettoni tutti di peso uguale.
86. 
Individuare l’alternativa da scartare.
87. 
“Non è stato accolto il ricorso che intendeva annullare la sentenza che aveva invertito a tavolino il risultato, ottenuto sul campo, di 2-0 sfavorevole alla Virtus contro l’Olimpia”. Quale delle seguenti conclusioni può essere dedotta dalla precedente argomentazione?
88. 
Individuare la figura da scartare.
89. 
Quale delle figure proposte corrisponde alla composizione volumetrica della figura piana raffigurata nel seguente riquadro?
90. 
Quanti sono gli industriali più ricchi di Bernardo?

Di sei industriali (Angelo, Bernardo, Claudio, Daniele, Erminio, Fabio) si sa che:

  1. Angelo e Daniele hanno un patrimonio uguale;
  2. Erminio, fra tutti, è quello meno povero;
  3. Bernardo non è il più povero;
  4. Claudio è più povero di Daniele;
  5. Angelo è più ricco di Bernardo;
  6. Esattamente tre industriali sono più ricchi di Fabio.
Non rispondere

91. 
Quali, tra i termini proposti, completano correttamente la seguente proporzione verbale? Ascetico : carnale = X : Y
92. 
Completare correttamente la seguente successione numerica: 83; 90; 101; 115; 122; 133; ?
93. 
Nei diagrammi di flusso in figura, un rettangolo rappresenta un'azione compiuta con un solo esito possibile, un rombo indica una scelta con due esiti possibili. Quale dei diagrammi di flusso rappresenta l'attività di effettuare un'iniezione intramuscolare, sapendo che essa è scomponibile in: aspirare il liquido nella siringa, controllare di averlo fatto completamente ed eventualmente aspirare quanto rimasto nella fiala, espellere l'aria dalla siringa, inserire l'ago.
94. 
Il tram numero 2 e il tram numero 11 passano dalla stessa fermata e, senza ritardi, ogni cinque minuti a orari prefissati. Uno studente che può prendere indifferentemente uno qualunque dei due tram arriva alla fermata ogni giorno tra le 8:00 e le 8:05 e ha il 40% di probabilità di prendere il tram numero 2 alle 8:03. A che ora passa il tram numero 11?
95. 
“Per ottenere il trasferimento è sufficiente l’autorizzazione del Direttore del Personale”. Se l’affermazione precedente è vera, quale delle seguenti è certamente vera?
96. 
"È da escludere l'ipotesi secondo cui la mancata vendita del prodotto non debba essere attribuita agli errori commessi dall'ufficio marketing". Basandosi sulla precedente affermazione, individuare quale delle seguenti alternative è esatta.
97. 
"È da escludere l'ipotesi secondo cui la mancata vendita del prodotto non debba essere attribuita agli errori commessi dall'ufficio marketing". Basandosi sulla precedente affermazione, individuare quale delle seguenti alternative è esatta.
98. 
Cinque amici, Antonio, Vincenzo, Luigi, Diego e Sandro, sono nati in cinque città diverse: Perugia, Bari, Catania, Genova e Venezia, non necessariamente in questo ordine. Tutti hanno un’età diversa: 28, 26, 25, 24 e 22 anni, non necessariamente in questo ordine. Si sa che: Diego è il più giovane ed è nato in una città meridionale; Luigi è il più anziano ed è nato a Venezia; chi è nato a Catania ha 2 anni meno di Luigi e non si chiama Antonio; Vincenzo proviene da Perugia e ha un’età divisibile per 5. In base alle precedenti informazioni, quanti anni ha Antonio e in quale città è nato?
99. 
Individuare la figura da scartare.
100. 
Indicare in quale delle seguenti alternative la lettera N è presente il maggior numero di volte.
101. 
The part in square brackets of the following sentence contains one or more mistakes; choose the correct form. "I liked [either of them]; none of two fully convinced me".
102. 
Fill in the blank. "You shouldn't be so rude to ...!"
103. 
Fill in the blank: "Her brothers ... in Jakarta"
104. 
Fill in the blank. “I’ve been suffering … a bad cold all week”
105. 
Fill in the blank. “Please invite … you like to the reception”.
106. 
Choose the alternative which is closest in meaning to the expression between square brackets in the following sentence. "[He's not very likely to do] what she says"
107. 
Fill in the blank. "... says that we will not leave?".
108. 
Fill in the blank. "Could you tell me whether … near here?".
109. 
The following sentence contains one or more mistakes. Choose the correct alternative. "If it didn't rain, I would been out":
110. 
Choose the alternative which is closest in meaning to the word in square brackets and which does not change the meaning of the sentence. "We asked a man where the bank was, but he didn't [answer]".
111. 
Fill in the blank. “If she loses her job, she … be able to pay her rent”
112. 
Fill in the blank. “It … made any difference”.
113. 
Choose the alternative which best completes the following sentence. "Diabetes, ..., is sometimes caused by an antibody that destroys the pancreas cells producing this hormone".
114. 
Fill in the blank. "Can adults ... polio?".
115. 
The part of the following sentence between square brackets contains one or more mistakes; choose the correct form. “That guy thinks [to be more smart than] anyone else”.
116. 
Fill in the blank. "We have ... sugar. Ask Mrs Brown to give us some".
117. 
Fill in the blank. “… do you prefer, black or white coffee?”.
118. 
Fill in the blank. "... a surprise! It is always a pleasure to see you!".
119. 
Fill in the blank. “I … sleeping for two hours”.
120. 
Fill in the blank. “If I ... about her earlier I would have told you”.
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